Luigi Tenco - Vedrai vedrai
« Io sono uno
che sorride di rado,
questo è vero,
ma in giro ce ne sono già tanti
che ridono e sorridono sempre,
però poi non ti dicono mai
cosa pensano dentro »
(Luigi Tenco, Io sono uno, 1966)
Luigi Tenco (Cassine, 21 marzo 1938 – Sanremo, 27 gennaio 1967) è stato un cantautore italiano o, come lui stesso amava definirsi, un compositore.
Il suo suicidio[1] avvenuto in un albergo di Sanremo durante l'edizione del 1967 del Festival della canzone italiana, lasciò sgomento e destò scalpore nell'ambiente musicale e nella società italiana in generale.
Biografia [modifica]
Gli inizi [modifica]
Nacque da una relazione extraconiugale della madre, Teresa Zoccola, cameriera presso una famiglia molto benestante di Torino (la famiglia Micca) con Ferdinando, il figlio sedicenne[2][3] della famiglia. La madre venne poi allontanata e ritornò a Cassine, e Luigi prese il cognome del marito della ragazza, Giuseppe Tenco, che morì in circostanze mai del tutto chiarite[4] prima che lui nascesse. I due avevano già un figlio, Valentino.
Trascorse la prima infanzia tra Cassine e Ricaldone (paese originario della madre) fino a che, nel 1948, la famiglia si trasferì in Liguria, dapprima a Nervi e poi a Genova, dove la madre aprì un negozio di vini. Frequentò, con discreto profitto, dapprima il liceo Ginnasio Andrea D'Oria[5] per poi trasferirsi al liceo scientifico.
Nel 1953 fondò un gruppo musicale, la Jelly Roll Boys Jazz band (composta da Danilo Dègipo alla batteria, Bruno Lauzi al banjo, Alfred Gerard alla chitarra ed egli stesso al clarinetto), che propone tra i tanti brani di Nat King Cole e Kid Ory[6].
Iniziò a suonare il sax nel 1957, quando venne chiamato da Marcello Minerbi (in seguito fondatore dei Los Marcellos Ferial ed arrangiatore per Claudio Lolli in Aspettando Godot) nel Trio Garibaldi, con Ruggero Coppola alla batteria e Minerbi al pianoforte[5]; proprio per il trio Tenco scrive la sua prima canzone, la sigla di apertura dell'orchestra[7].
Seguì nel 1958 la costituzione del gruppo i Diavoli del Rock con Nicola Grassi, soprannominato Roy, alla batteria e Gino Paoli alla chitarra.
Iscrittosi alla facoltà di Ingegneria, passò poi a quella di Scienze Politiche. In questo periodo entrò a far parte del Modern Jazz Group di Mario De Sanctis.
Nel 1959 si trasferì a Milano, ospite con l'amico Piero Ciampi di Gianfranco Reverberi che, lavorando come arrangiatore alla Dischi Ricordi, lo fece partecipare come session man alle registrazioni di La tua mano di Gino Paoli e Se qualcuno ti dirà di Ornella Vanoni; si trasferì poi con Ciampi alla Pensione del Corso, in Galleria del Corso 1, dove alloggiavano anche Paoli, Sergio Endrigo, Franco Franchi, Bruno Lauzi ed altri artisti[8].
Ottenne poi un contratto discografico con la Dischi Ricordi come cantante; il suo esordio con il gruppo I Cavalieri risale al 1959. Il gruppo - che gravitava intorno alla casa discografica Tavola Rotonda, sottoetichetta della Ricordi, da cui il nome, e del quale facevano parte Gianfranco Reverberi, Paolo Tomelleri, Enzo Jannacci e Nando De Luca - incise un EP con quattro brani, Mai/Giurami tu/Mi chiedi solo amore/Senza parole (che vennero anche pubblicati suddivisi in due 45 giri), pubblicato a nome Tenco. Dopo questa incisione, Tenco adottò gli pseudonimi di Gigi Mai, Dick Ventuno e Gordon Cliff, chiedendo a Nanni Ricordi di non apparire con il suo vero nome per non subire danni d'immagine essendo studente di Scienze Politiche ed iscritto ad un partito politico[9].
Cronologia degli eventi [modifica]
Luigi Tenco con Donatella Turri nel 1962
Nel 1961 uscì il suo primo 45 giri inciso come solista e con il suo vero nome, intitolato I miei giorni perduti. Nel 1962, cominciò una breve esperienza cinematografica, con il film La cuccagna di Luciano Salce (con Donatella Turri tra gli interpreti), pellicola nella quale cantò il brano La ballata dell'eroe, composta dall'amico Fabrizio De André.
Sempre negli anni sessanta strinse un'amicizia importante con il poeta anarchico genovese Riccardo Mannerini.
Il primo 33 giri di Tenco uscì proprio quell'anno; conteneva successi quali Mi sono innamorato di te e Angela, ma anche Cara maestra che non fu ammessa all'ascolto dalla Commissione per la censura (per quest'ultimo brano fu allontanato dalle trasmissioni RAI per due anni).
Nel 1963 si ruppe l'amicizia con Gino Paoli, a causa della relazione di questi con la giovane attrice Stefania Sandrelli, che Tenco non approvava.
Nel settembre dello stesso anno le sue canzoni Io sì e Una brava ragazza furono nuovamente bloccate dalla censura. Poco prima aveva abbandonato la Dischi Ricordi per la Jolly.
Agli inizi del 1965 fa la sua seconda apparizione cinematografica, nel film musicale 008: Operazione ritmo, di Tullio Piacentini, distribuito con successo in tutta Italia. Nel 1965, dopo vari rinvii che aveva ottenuto, partì per il servizio militare, che completò tuttavia in gran parte con ricoveri ospedalieri.
L'anno successivo stipula un contratto con la RCA Italiana ed incide Un giorno dopo l'altro, che diventa sigla dello sceneggiato televisivo Il commissario Maigret. Altri successi dell'epoca sono Lontano lontano, Uno di questi giorni ti sposerò, E se ci diranno, Ognuno è libero.
A Roma, conobbe la cantante italo-francese Dalida, con la quale ebbe una relazione.
Luigi Tenco sul palco di Sanremo durante l'esecuzione di Ciao amore ciao
Nello stesso periodo collaborò con il gruppo beat The Primitives, guidato da Mal, per i quali scrisse, in collaborazione con Sergio Bardotti, il testo italiano di due canzoni: I ain't gonna eat my heart anymore, che diventa il grande successo Yeeeeeeh!, e Thunder'n lightnin, tradotta in Johnny no! e contenuta nell'album del gruppo Blow Up.
Nel 1967 si presentò (qualcuno sostenne suo malgrado) al Festival di Sanremo con la canzone Ciao amore ciao, cantata, come si usava a quel tempo, da due artisti separatamente (in questo caso si trattava dello stesso Tenco e di Dalida).
Secondo alcune testimonianze pare che inizialmente Tenco, a causa della scarsa fiducia in se stesso, non apprezzasse Ciao amore ciao, ma Dalida riuscì con la sua dolcezza a convincere il cantautore a portare quella canzone al Festival.
Questo particolare lascia un velo di ironia della sorte tra il cinico e il macabro per tutto quanto avvenne dopo. Il brano di Tenco non venne apprezzato dal pubblico e non fu ammesso alla serata finale del Festival, classificandosi al dodicesimo posto nel voto popolare. Fallito anche il ripescaggio, dove fu favorita la canzone La rivoluzione di Gianni Pettenati, pare che Tenco sia stato preso dallo sconforto.
La tragica morte [modifica]
Rinchiusosi nella sua camera in una dependance dell'Hotel Savoy, venne successivamente trovato morto proprio dalla stessa Dalida. L'ultimo a immortalare vivo il cantante fu il fotografo e giornalista Renato Casari: questa foto è attualmente conservata nella casa del fotografo (scomparso il 17 novembre 2010 in una casa di riposo a Lecco), a Mandello del Lario. Il corpo riportava un foro di proiettile alla testa. Venne trovato un biglietto vergato a mano - che più perizie calligrafiche hanno poi consentito di attribuire allo stesso Tenco - contenente il seguente testo:
« Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt'altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi. »
Questo fece subito pensare al suicidio come spiegazione della morte. Tanto più che Tenco aveva acquistato una pistola l'anno precedente per difesa personale. Tuttavia, per molti decenni, sono sussistiti dubbi sulle cause della sua morte: ad esempio a causa del fatto che non fu mai ritrovato il proiettile che ne causò la morte.[10]
Per questo e per altri motivi, dopo anni di pressioni esercitate da una parte della stampa, il 12 dicembre 2005, a trentotto anni dai fatti, la procura generale di Sanremo ha disposto la riesumazione della salma per effettuare nuovi esami che, il 15 febbraio 2006 hanno confermato la tesi del suicidio, chiudendo definitivamente il caso.
Nonostante ciò, rimangono alcuni che sostengono tesi alternative al suicidio.[11][12].
Il messaggio di Tenco tra Musica e Cultura [modifica]
Inaugurazione del Museo Tenco
Nel 1967, Ornella Benedetti, pochi mesi dopo la morte del cantautore, costituisce il Club Luigi Tenco di Venezia, un vero e proprio fan club con l'obiettivo di raccogliere, ricordare e diffondere il messaggio dell'artista.[13]
Nel 1972 Amilcare Rambaldi a Sanremo costituisce il Club Tenco con lo scopo di riunire tutti coloro che si propongono di valorizzare la canzone d'autore. Dal 1974, in suo onore, al Teatro Ariston di San Remo è stato istituito dal Club Tenco il Premio Tenco, manifestazione a cui hanno partecipato i più grandi cantautori degli ultimi decenni. Nel novembre 2007, il Club gli dedica l'intera edizione della Rassegna e il volume "Il mio posto nel mondo. Luigi Tenco, cantautore. Ricordi, appunti, frammenti" (BUR) curato da Enrico de Angelis, Enrico Deregibus e Sergio Secondiano Sacchi.
Nel 1990 il giornalista Corrado Augias gli dedica una puntata del suo programma di approfondimento molto seguito "Telefono giallo".
Nel febbraio 1992 la Biennale di Poesia di Alessandria promuove, in collaborazione con il Club "Tenco", il comune di Ricaldone e il quotidiano "Il Secolo XIX" di Genova, un convegno dedicato a Luigi Tenco a venticinque anni dalla scomparsa. La manifestazione si tiene presso il Teatro Umberto I di Ricaldone e la serata di spettacolo si svolge presso il Teatro Comunale di Alessandria. Per la Biennale di Poesia intervengono Giancarlo Bertolino e Aldino Leoni. Amilcare Rambaldi rappresenta di persona il Club "Tenco". Fra i giornalisti, Marinella Venegoni, Mario Luzzatto Fegiz e altri; al concerto serale partecipano Gino Paoli, Umberto Bindi, Cristiano De André. È la prima manifestazione dedicata a Tenco nel suo paese di nascita dove, dall'estate successiva, prenderà il via la rassegna "L'Isola in Collina".
A Cusano Milanino, il 19 gennaio 2006, presso il "Centro Sociale Cooperativo Ghezzi", da un'idea di Renzo Zannardi, si è tenuta la conferenza "Il sax ribelle che anticipò il 68", centrata sull'impegno sociale di Tenco e sul clima culturale da lui vissuto. L'evento è stato caratterizzato dalla partecipazione, tra gli altri, del biografo Aldo Fegatelli Colonna e del giornalista Daniele Biacchessi.
A Ricaldone, il 20 luglio 2006 è stato inaugurato il Centro di Documentazione Permanente Luigi Tenco, prima struttura museale in Italia dedicata a un cantautore.
A Milano, nel dicembre 2007, presso il Teatro Litta, la pittrice sassarese Maria Vittoria Conconi ha realizzato una mostra dal titolo "Tenco, le donne e la musica. Un immaginario visivo ispirato da Luigi Tenco", con dodici acquerelli di immagini femminili, ispirati alla musica di Tenco. Nell'ambito della mostra è stato presentato anche un calendario con le dodici opere, dedicato al 70º anniversario della nascita di Tenco.
La mostra è stata replicata nel febbraio 2008, presso la Biblioteca Comunale di Rescaldina, e il 21 marzo 2008 a Sassari con la mostra "I fiori di ieri. Un omaggio a Luigi Tenco", presso il Centro d'Arte e Cultura "Giuseppe Biasi".[14]
A Busto Garolfo, il 15 febbraio 2008, presso la Biblioteca Comunale, il gruppo di studiosi ed estimatori di Luigi Tenco "Binario21" ha dato luogo alla conferenza "Gli anni di Luigi Tenco e quelli di Internet", con analisi e approfondimenti su vita, musica e testi del cantautore piemontese.[15]
A Sassari, il 16 e il 17 ottobre 2010 al teatro Il Ferroviario, l'associazione culturale e studentesca "Materia grigia" ha presentato lo spettacolo teatrale "La Forza delle Parole: Luigi Tenco", incentrato sulla figura umana e artistica del cantautore e realizzato nell'ambito del laboratorio "Università e Teatro" con la direzione di Pier Paolo Conconi per "La Botte e Il Cilindro". Lo spettacolo ha rappresentato la conclusione di un percorso di ricerca che Materia grigia ha portato avanti durante tutto il 2010, non solo attraverso lo svolgimento del laboratorio teatrale universitario, ma anche con l'organizzazione di una rassegna di incontri musicali e letterari sul tema del rapporto tra la musica e le parole, incontri che hanno visto la partecipazione di personalità, artisti, scrittori e musicisti, tra i quali Patrizia Tenco, Ada Montellanico, Mario Dentone, Erri De Luca, Renzo Zannardi, Maria Vittoria Conconi, Paolo Zicconi e Mauro Uselli.[16]
Gli omaggi
Diversi sono stati i tributi a Tenco nati nel corso degli anni da colleghi cantautori, amici, musicisti ed estimatori. Tra i più interessanti e significativi:
Preghiera in gennaio di Fabrizio De André, pubblicata per la prima volta nel 1967, con la quale il cantautore onora l'amico scomparso concedendogli un posto in paradiso.
Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia
se in cielo, in mezzo ai Santi, Dio, fra le sue braccia,
soffocherà il singhiozzo di quelle labbra smorte,
che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte
Il testo, da decenni, viene incluso in numerose antologie scolastiche di letteratura.
Ricordo un ragazzo del gruppo beat romano Le Pecore Nere.
Ricordo un ragazzo dall'aria un po' triste
di lui si diceva che era un poeta
aveva da dire qualcosa di nuovo
comprò una chitarra e si mise a cantare
Donatella Rettore, con È morto un artista, dal suo omonimo album del 1977, dedica questa canzone a Tenco in ricordo ai 10 anni dalla sua scomparsa.
Nei suoi sogni cercava da sempre una donna ideale
e voleva la banda e i cavalli al suo funerale
E le notti d'inverno, rosse d'amore e di vino
Confessava la donna che aveva e che avrebbe voluto!
Un giorno di gloria almeno!
È morto un artista, e invece di piangere fanno festa!
Molto commosso il ricordo di Luigi Tenco nell'autobiografia dell'amico Bruno Lauzi.[17]
Nicola Di Bari canta Luigi Tenco, disco del '71 nel quale Nicola, che aveva conosciuto Tenco nel periodo Jolly diventandone amico, interpreta suoi brani come Lontano lontano o Cara maestra. È inoltre presente una canzone inedita di Tenco, intitolata Il mondo gira, la cui musica è scritta da Giampiero Reverberi.
Festival di Francesco De Gregori, dall'album Bufalo Bill del 1976, nella quale viene difesa l'umanità di Luigi ("qualcuno ricordò che aveva dei debiti, mormorò sottobanco che quello era il motivo. Era pieno di tranquillanti, ma non era un ragazzo cattivo") e messa in risalto la facilità con cui, dopo la tragedia, si è fatto a gara per essere suoi amici ("si ritrovarono dietro il palco, con gli occhi sudati e le mani in tasca, tutti dicevano: "Io sono stato suo padre!", purché lo spettacolo non finisca").
Ciao ciao di Francesco De Gregori, dall'album Scacchi e tarocchi del 1985, in cui viene citata nel testo Ciao amore ciao e Sanremo (nei versi "Guarda che belli i fiori in questa città") e la morte di Tenco ("Andarsene è un peccato...").
Brown plays Tenco, mini LP inciso nel 1987 in Italia da Steven Brown, leader e polistrumentista della band americana Tuxedomoon, contiene cinque cover di altrettanti pezzi di Tenco tra cui una versione in inglese di Lontano, lontano e le altre in italiano: Un giorno dopo l’altro, Vedrai vedrai, Ciao amore ciao e Mi sono innamorato di te.
Danza di una ninfa, disco della cantante jazz Ada Montellanico e del pianista Enrico Pieranunzi, edito da Egea nel 2005, nel quale vengono musicate per la prima volta 4 canzoni inedite di Tenco: Da quando, Mia cara amica, O me, Danza di una ninfa sotto la luna. Ed è proprio quest'ultima la canzone più bella secondo il sito internet Jazzitalia, che la definisce "raffinata, colta", eterea, una perfetta fusione tra musica e parole.[18]
Tenco, brano scritto dal cantautore rock Luca Masperone e selezionato nel 2008 per la Stanza dello Scirocco (programma di teatro in onda su radio Life Gate). Nel testo, Luca definisce Tenco "una lettera d'avulso", giocando sul triplo significato del verso: la lettera può essere intesa come riferimento all'ultimo messaggio lasciato da Luigi prima di morire, oppure come lettera dell'alfabeto unica e originale, e come tale non capita fino in fondo. O ancora come lettera che il mondo di allora ha, superficialmente, rispedito al mittente.
A Ricaldone, Tenco viene ricordato ogni anno, in estate, tramite la manifestazione L'Isola in Collina, con la puntuale partecipazione di cantautori più o meno affermati.
Nel luglio 2006 debutta al 40ºFestival Teatrale di Borgio Verezzi "Tenco a Tempo di Tango" scritto da Carlo Lucarelli per la regia di Gigi Dall'Aglio con Adolfo Margiotta e Mascia Foschi.Prodotto da Giorgio Ugozzoli.
Nel 1999 è stato allestito lo spettacolo teatrale "Solitudini - Luigi Tenco e Dalida", presso il Teatro Greco di Roma, scritto e diretto da Maurizio Valtieri.
Durante la serata finale del festival del 2007 Renato Zero riporta a San Remo "Ciao Amore, Ciao" (all'interno di un medley di tributo a Tenco)
Antonello Venditti rende omaggio a Tenco nella canzone Tradimento e perdono (dall'album del 2007 Dalla pelle al cuore).
Nel 2007 il rapper casertano Kaos One campiona Mi sono innamorato di te (nella versione cantata da Ornella Vanoni) per utilizzarla nella base di Insomnia, brano n°12 dell'album kARMA.
Nel 2008 i Cluster, nel programma X-Factor hanno riproposto "Mi sono innamorato di te" in una versione "a cappella".
Nella canzone "Baudelaire" dell'album Amen, 2008, i Baustelle cantano: "Luigi Tenco è morto per te".
Il 30 settembre 2008, il sito web "La verde isola" di Luigi Tenco pubblica "La ballata del Tenchiano", canzone volta a dissacrare lo stereotipo di Luigi Tenco quale personaggio triste e malinconico.
Nel 2008, in occasione del concerto di beneficenza "Musicamore", gli Stadio hanno suonato " Vedrai vedrai" di Luigi Tenco.
Il 18 aprile 2009 il gruppo dei CaljAmari ha tenuto il concerto Mille Cose da Dire, tributo a Luigi Tenco.
Il 18 febbraio 2010 Edoardo Bennato, ospite al festival, omaggia Luigi Tenco cantando "Ciao Amore, Ciao".
Dal 20 gennaio 2011 Francesco Baccini, in tour nei teatri italiani, rende omaggio a Tenco con il concerto "Baccini canta Tenco".
Il gruppo palermitano Dimartino omaggia Luigi Tenco rivisitando "La ballata della moda", inserita all'interno dell'album d'esordio "Cara maestra abbiamo perso",(dicembre 2010).
liberamente tratto da "wikipedia":
http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Tenco#
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